Ultima modifica: 27 gennaio 2021

GIORNATA DELLA MEMORIA – 27 gennaio -

Da il Giornale di Vicenza del 27 gennaio 2021:

“Da Auschwitz all’altopiano di Asiago: i protagonisti di questa storia sono Katia Bleier, Mario Rigoni Stern e Bepi De Marzi. «Nokinà» è una ninna nanna scritta da uno dei più celebrati compositori di brani per coro, De Marzi, che tradusse in musica la testimonianza di Katia Bleier nel campo di sterminio di Auschwitz. «Le mamme andavano verso i forni crematori con i piccoli in braccio, camminando dietro di loro, mormorando parole contro la paura, come ninne nanne»: si apre con questa immagine il video che da oggi 27 gennaio 2021 pubblichiamo sul sito di Bresciaoggi per la Settimana della Memoria. Il  video è la prima registrazione per voci femminili – per cori a voci pari e per cori misti – con i Cant’Amarilli.

LA BLEIER in una passeggiata sull’altopiano confidò a Rigoni Stern il ricordo commovente di una melodia che l’accompagnò nei trasferimento da Birkenau a Belsen e raccontò la tenerezza infinita delle mamme che nella loro nudità accarezzavano i bambini sulla testa, cantando la magiche nenie della dolcezza. L’autore de «Il sergente nella neve» capì che per risalire al brano della memoria avrebbe dovuto chiedere a Bepi De Marzi: dopo il riconoscimento delle note accennate da Katia, la promessa di mettere in musica la struggente dignità di quelle donne nel freddo della Storia. Il musicista nel 2013 creò «Nokinà».

KATIA veniva da una famiglia ebrea jugoslava di lingua ungherese, fu deportata ad Auschwitz e a Belsen con quasi tutta la sua famiglia e divenne nel 1948 la moglie dello scrittore e partigiano Luigi Meneghello, l’autore di «Libera non a Malo», «I piccoli maestri» e «Lo sterminio degli ebrei d’Europa (1939-1945)», che assorbì piano piano le testimonianze dell’orrore da una donna sobria, reticente, esile e colta. «Io avevo notizie personali e dirette (partecipate con estrema reticenza, ma assorbite quasi per osmosi) su due dei luoghi chiave – Auschwitz e Belsen – ma non avevo mai voluto fare veramente i conti con la realtà ultima dei fatti, guardare in faccia il mostruoso insieme della cosa» scrisse Meneghello parlando di «ciò che è avvenuto nel cuore dell’Europa appena l’altro ieri» e che  «potrebbe succedere appena dopo domani»… “